Manifesto per i bambini di Gaza della Comunità Educante del Nitti

NON NEL NOSTRO NOME

Ogni giorno che passa, a Gaza muore la speranza, ogni giorno che passa, in Europa rischia di
morire la coscienza…
Le immagini che arrivano dalla Striscia, ormai libere dalla censura durata mesi, tolgono ogni alibi
al silenzio occidentale. Nessuno potrà dire “Non sapevamo”, nessuno potrà dire “Non potevamo
far niente”…
Eppure niente si sta facendo! L’Europa, giustamente attenta alla tragedia ucraina, appare timida
invece di fronte a quanto accade fuori dei suoi confini, e, davanti allo sterminio del popolo
palestinese, gira la faccia, incapace di prendere posizione. Le condanne del Segretario Generale
delle Nazioni Unite e della Corte penale internazionale sono cadute nel vento. I governi
occidentali, compreso il nostro, tacciono, preoccupati di non irritare l’alleato Israele, quasi che
una condanna del suo impietoso governo possa essere fraintesa per antisemitismo.
Ma noi non possiamo tacere oltre!
Come comunità educante, di fronte agli sguardi sgomenti dei nostri ragazzi, abbiamo la
responsabilità della parola!
Proprio il profondo rispetto, infatti, del popolo d’Israele e della sua travagliata storia, ci impone il
dovere della denuncia, proprio l’impegno della Memoria che come scuola coltiviamo ed educhiamo
a coltivare, ci impone di non chiudere gli occhi e di prendere le distanze.
No, non nel nostro nome!
Niente può legittimare sessantamila morti e la distruzione di un territorio. Niente può giustificare
la sofferenza dei bambini mutilati, orfani, sradicati, affamati, destinati all’odio…
La morte chiama morte, l’odio chiama odio. Non nel nostro nome, restiamo umani!
Come cittadini del mondo nessuna tragedia ci è estranea, tutto ci riguarda…
Condanniamo senza riserve l’orribile strage di Hamas del 7 ottobre, condanniamo senza riserve
l’orribile vendetta scatenata da Netanyahu.
Auspichiamo il rilascio immediato degli ostaggi e la cessazione, senza se e senza ma, dei
bombardamenti su Gaza.
Invochiamo, con le parole del pontefice, una pace disarmata e disarmante…
L’Europa può e deve prendere posizione e farsi promotrice di pacificazione, può e deve pretendere
un cessate il fuoco, anche usando strumenti di pressione economica e commerciale, consumo
critico, embargo di armi.
Ad ottant’anni dalla fine dell’orrenda strage del secondo conflitto mondiale, l’Europa e le Nazioni
Unite ricordino lo scopo del loro processo di integrazione: Mai più la guerra, e se ne facciano
testimoni.
Ad ottant’anni dalla sconvolgente apertura dei campi di concentramento, il mondo non dimentichi
di considerare che questo è stato, e quanto è stato può di nuovo essere.
Ad ottant’anni dalla sua liberazione dal nazifascismo e dalla sua rinascita alla democrazia, l’Italia,
che ripudia la guerra, smetta di tacere, smetta di voltarsi dall’altra parte, non si renda complice…
Nel nostro nome si adoperi per costruire la pace!